Da fin troppo tempo i cittadini di Campobasso interessati alla vicenda legata all’area Roxy-Romagnoli ricevono input discordanti. Tuttavia l’Amministrazione regionale, che ne è la proprietaria, non ha mai pensato di fare chiarezza in merito alla riqualificazione o meno di questa zona nevralgica del capoluogo regionale. Ecco perché ritengo opportuno proseguire nella nostra operazione trasparenza cominciata con la mia interpellanza e il relativo dibattito in aula di Consiglio.
Nei mesi scorsi mi sono occupato di un tema che sta molto a cuore ai cittadini del capoluogo regionale, perché coinvolge una zona nevralgica in pieno centro. Parlo dell’area che va dall’ex Roxy al campo Romagnoli, per la cui riqualificazione nelle ultime due legislature sono state prese iniziative politiche e presentati diversi progetti che avrebbero avuto un notevole impatto urbanistico, ridefinendo anche la viabilità circostante. L’attuale governo regionale non ha comunicato alcuna iniziativa ma, da quanto ci hanno confermato, hanno operato pressoché all’insaputa del Comune.
Ricordo ancora l’annuncio che Toma fece due anni fa, quando diceva di avere a disposizione 2,5 milioni di euro per “l’abbattimento” dell’edificio ormai in stato di degrado. Bene, scopriamo che quei soldi non ci sono più, perché riprogrammati per il Covid. Toma annunciava ai giornali anche di ben due manifestazioni di interesse dei privati sulla riqualificazione dell’intera area. Solo ora il Presidente ha chiarito in Aula che si trattava di richieste formali per conoscere i flussi finanziari che si sarebbero risparmiati nel caso in cui si fossero costruiti, mediante il project financing, gli edifici per ospitare Giunta, Consiglio e altri uffici regionali. A queste richieste, dice, non seguirono però progetti concreti.
A dicembre scorso poi la Giunta riprogrammava ben 3,5 milioni di euro per la riqualificazione del Roxy, frutto del saldo di un debito maturato con il Comune di San Giuliano. A questa delibera, in effetti, avevo dato attenzione anche io, visto che balzava all’occhio la nomina a soggetto attuatore dell’intervento di Sviluppo Italia Molise. Una società regionale che mai aveva avuto incarichi su operazioni edilizie e che è interessata attualmente alla redazione e all’attuazione del Piano del turismo. L’intervento in questione parla però di “riqualificazione” e non più di demolizione, come si annunciava fino a pochi mesi fa. Anche Toma in aula ribadisce che con questi soldi c’è la possibilità di fare una manutenzione straordinaria dell’ex Roxy, addirittura “per riaprirlo”. Ma allora ha intenzione di ristrutturare l’edificio?
La novità clamorosa, che andrebbe a ribaltare le intenzioni manifestate con questa delibera, è che il 31 dicembre è stata recapitata alla Regione, non si sa da quale gruppo imprenditoriale, una proposta formale di project financing per realizzare il complesso immobiliare e le aree verdi sull’intera zona. Toma dice che sarà necessario un parere tecnico attraverso un advisor esterno, forse Cassa Depositi e Prestiti, per definire ufficialmente la convenienza economica. Nel caso in cui il progetto sarà ritenuto conveniente, si dovranno nuovamente riprogrammare quelle risorse della delibera e il progetto dovrà approdare in Giunta per la redazione di un bando pubblico. Ma il tempo stringe: “Il nostro imbarazzo – ha dichiarato Toma in Consiglio – è se riprogrammare, perché noi abbiamo delle risorse programmate per la ristrutturazione. Nel giro di poche settimane dobbiamo sapere se dare o non dare corso al project financing e se ci convenga”.
Questo perché, trattandosi di fondi Fsc, sappiamo che quei soldi vanno impiegati entro la fine di quest’anno. Sappiamo anche che, se verrà pubblicato il bando per l’intera area, le risorse necessarie stimate sono di circa 50 milioni di euro, in gran parte provenienti dal privato. Ma non sappiamo quanto ci metterebbe la Regione e dove sia la remuneratività dell’investimento per lo stesso privato.
Per ora resta in piedi il progetto che vinse il famoso concorso di idee bandito dalla Giunta Frattura. Lo afferma anche Toma che quello sarà il progetto base ma dice anche che “quando lo vai a declinare operativamente puoi farlo in diverse maniere”.
Insomma, i cittadini di Campobasso potrebbero vedere stravolta un’intera area centrale della città oppure, se salta il project financing, vedere addirittura riaperto l’edificio Roxy. Ma il tutto, finora, è passato in sordina, senza la necessaria trasparenza e senza il coinvolgimento del Comune, come fecero i predecessori di Toma. Dal canto nostro, abbiamo condotto questa operazione di trasparenza e seguiremo attentamente tutti gli sviluppi, per scongiurare possibili conflitti d’interesse e per tutelare l’interesse della collettività.