Continuano i nostri sopralluoghi negli ospedali molisani alle prese, più o meno direttamente, con il Covid-19. Questa volta abbiamo fatto tappa al San Timoteo di Termoli, dove abbiamo trovato maggiori livelli di sicurezza per prevenire nuovi contagi. Ma, sostanzialmente, l’ospedale lavora a singhiozzi, garantendo le sole urgenze. È ora che la sanità molisana riparta, offrendo tutte le cure necessarie per la salute dei cittadini, oltre ai massimi standard anti contagio.
Di Valerio Fontana e Andrea Greco, portavoce M5S in Consiglio regionale del Molise
Dopo il sopralluogo, deludente, effettuato all’ospedale di Campobasso, oggi abbiamo voluto vedere coi nostri occhi la situazione del nosocomio adriatico. Almeno per quanto riguarda la gestione dell’emergenza Covid e la prevenzione dei contagi, la situazione ci è parsa migliore di quella riscontrata nell’hub regionale.
Al San Timoteo, infatti ogni ingresso viene puntualmente monitorato, con rilevazione della temperatura e colloquio nella tenda pre triage. Dove ci hanno informati che, nel solo mese di aprile, sono stati monitorati più di 1.600 ingressi. Nessuno entra senza gli opportuni Dpi: mascherine obbligatorie. Abbiamo però suggerito di installare una tettoia per riparare dal sole i pazienti in attesa, perché con le temperature in aumento sarà sempre più arduo resistere fuori al pre triage.
Va detto che l’ospedale è aperto alle sole urgenze e alle visite ambulatoriali necessarie. In questa situazione è sicuramente più semplice mantenere alti standard di sicurezza. Ma non possiamo accontentarci della mera gestione delle emergenze. L’ospedale San Timoteo, e l’intera rete sanitaria regionale, devono tornare a fornire tutti i servizi, anche quelli ordinari. Altrimenti, il tributo pagato al Coronavirus sarà ben maggiore: è infatti indubbio che molti cittadini abbiano rinunciato a curarsi, perché ormai l’intera sanità sembra ruotare intorno alla sola emergenza da Covid-19. Sono gli stessi operatori a non vedere l’ora di rimettersi al lavoro, nonostante abbiano dato un grande contributo in fase d’emergenza.
Tornando al nosocomio termolese, abbiamo trovato percorsi separati Covid e non Covid al Pronto Soccorso, ma resta una criticità nel trasferimento dei presunti positivi al Cardarelli. Su questo tema stiamo facendo gli opportuni approfondimenti e vi aggiorneremo prossimamente.
Incredibilmente, così come riscontrato al Cardarelli, anche a Termoli mancano i dispenser di disinfettante. Ci siamo allora offerti di acquistarli, mostrando piena solidarietà e spirito di collaborazione nei confronti del personale e della stessa dirigenza, che continuiamo a spronare. Così come riferito ai vertici Asrem in più occasioni, ribadiamo la disponibilità a contribuire ad ogni sorta di necessità che le strutture sanitarie vorranno segnalarci.