Dopo aver celebrato in lungo e in largo l’approvazione del Piano operativo per la Sanità molisana, il MoVimento 5 Stelle ha scoperto la realtà: il piano decantato dal governatore è stato validato con tante prescrizioni. Condizioni che, se non saranno rispettate, faranno addirittura saltare l’intero progetto di risanamento
Giorni fa abbiamo assistito all’ennesima messa in scena del governatore sulla sanità molisana. Il Piano operativo straordinario, infatti, è stato accettato dal ministero, ma con molte riserve.
Per mesi abbiamo tentato in tutti i modi di conoscere i dettagli del Pos, un documento che contiene il futuro della Sanità in Molise e la sorte di tutti i cittadini. Abbiamo condotto accessi agli atti parlamentari e regionali, abbiamo parlato con chiunque per avere i documenti e capire che ne sarà del settore forse più importante di tutti. Mesi di assurdo silenzio. Mesi durante i quali abbiamo dovuto aspettare che la Conferenza Stato-Regioni pubblicasse in Rete il verbale dell’ultima seduta in materia. Insomma, i molisani hanno dovuto attendere Roma per conoscere in che modo la Regione Molise vuole ridisegnare la sua Sanità. Non è certo un esempio di trasparenza per Frattura e i suoi, né per il governo centrale. Ma c’è molto di più.
Il commissario ad acta ha fatto facile propaganda invece di spiegare la realtà attorno al Piano operativo. Si è limitato a magnificare l’approvazione, omettendo di dire che esso è soggetto a tantissime perplessità da parte della struttura ministeriale. Insomma, l’exit strategy della Regione non convince affatto Roma. Perplessità che, come si legge nel verbale a pagina 5, ad esempio riguardano la definizione dell’integrazione pubblico-privato che dopo mesi ancora non è stata chiarita, la gestione del personale, coperture finanziarie di varia natura, la chiusura del contenzioso da parte di Fondazione Giovanni Paolo II e Università Cattolica e altri aspetti.
Dunque, tecnicamente il piano è stato validato, ma come detto contiene disposizioni niente affatto marginali. La prova è che nello stesso verbale è specificato come “il mancato recepimento delle prescrizioni rese nella riunione del 19 Luglio 2016 costituisce condizione di decadenza del presente accordo“.
Per dovere politico e morale, Frattura doveva dire tutta la verità, doveva spiegare i dettagli della questione, perché il facile proclama non può e non deve essere utilizzato quando di mezzo c’è la salute dei cittadini.