L’immobilismo sul rinnovo dei contratti ai medici precari può creare problemi di tenuta a diversi ospedali, soprattutto al Cardarelli: è ora di chiedere al Tavolo tecnico una deroga oppure già da ottobre diverse strutture andranno in difficoltà a causa della carenza di personale.
Non è allarmismo, è il dovere di informare i cittadini e prevenire ogni rischio in un settore delicato come quello della Sanità.
Sono ben 170 i medici precari con contratto in scadenza il prossimo 31 dicembre. Si tratta di contratti lontani dalla certezza di rinnovo, per questo molti professionisti stanno rispondendo a bandi di altre regioni, alla ricerca sacrosanta di un posto di lavoro stabile. Di più: considerando che molti di essi sono ancora alle prese con il recupero delle ferie obbligate, è possibile che già dal prossimo mese di ottobre diverse strutture subiscano le conseguenze di una drastica riduzione dell’organico.
In questo scenario il Cardarelli assurge a simbolo di una Sanità ancora una volta a rischio. Già, perché per quanto riguarda l’ospedale campobassano la questione dei precari potrebbe ripercuotersi sui servizi di reparti come Pronto soccorso, Cardiologia, Ortopedia, Oncologia, Rianimazione ed Endoscopia digestiva. Senza dimenticare anche la Pediatria di Termoli, nonché la rete dei Pronto Soccorso.
Insomma, non serve alzare i toni per comprendere la serietà della situazione. Invece per evitare problemi si può e si deve chiedere al Tavolo tecnico una deroga per il rinnovo dei contratti. Del resto di mezzo ci sono molte discipline d’emergenza, dunque la deroga può essere richiesta anche nel caso di regioni in Piano di rientro come, appunto, il Molise.
L’aspetto tecnico si unisce a quello politico. Il Movimento 5 Stelle, infatti, vuol capire cosa c’è dietro l’immobilismo del Commissario ad acta, Presidente Frattura. Delle due l’una: o non si rende conto del problema, e in questo caso speriamo di averglielo appena spiegato a dovere, oppure il suo silenzio è il frutto di una precisa strategia, quella di creare le condizioni per giustificare e legittimare l’integrazione con la Fondazione Giovanni Paolo II, ex Cattolica. Inoltre è da tener presente che il Tavolo tecnico potrebbe anche optare per una mobilità interna, favorendo una desertificazione delle altre strutture regionali. In questo caso quale sarà il destino di nosocomi come quelli di Termoli o Isernia?
Ad ogni modo qualcosa ancora può essere fatto: il Presidente Frattura, in qualità di Commissario ad acta, esca allo scoperto e scelga di tutelare innanzitutto la salute dei cittadini molisani.