I servizi salvavita, come la radioterapia, vanno assicurati prima di tutto negli ospedali pubblici. Al presidente – commissario Toma, abbiamo chiesto di aumentare il budget per le cure ai malati oncologici molisani. Quindi Necessario attivare un percorso di internalizzazione nelle strutture del territorio. Restiamo dell’avviso che bisogna scongiurare i vergognosi “viaggi della speranza” in altre regioni. Tuttavia dalla maggioranza di centrodestra è arrivato l’ennesimo “niet”. Così l’esecutivo preferisce favorire i privati accreditati. Due modi di concepire l’accesso alle cure sanitarie diametralmente opposto
di Andrea Greco
Le cure salvavita, come la radioterapia per i pazienti oncologici, non possono essere sotto scacco dell’inerzia del presidente-commissario, Donato Toma, né delle contrattazioni sul budget con i privati accreditati.
Tecnicamente parlando, la questione è stata chiarita dal Consiglio di Stato, che ha ritenuto legittimo prevedere un tetto di spesa anche per le prestazioni oncologiche. Tuttavia, la stessa sentenza dei giudici amministrativi ha anche specificato che la Regione (nel caso del Molise, il Commissario) deve individuare questi tetti di spesa sulla base delle reali esigenze dei cittadini. Insomma, la responsabilità di fissare per tempo, ovvero a inizio anno, dei tetti idonei a curare tutti i molisani era in capo al presidente Toma. Da subito, infatti, abbiamo suggerito di aumentare il budget per i molisani, diminuendo quello per i pazienti di fuori regione. E se ciò fosse stato fatto subito, non ci sarebbe stato neanche bisogno di attendere l’impegno del Consiglio regionale. Ma chi amministra la sanità molisana ha dimostrato, ancora una volta, di essere incapace di programmare, in quanto perennemente in ritardo.
La nostra proposta per scongiurare i “viaggi della speranza”
Durante l’ultimo Consiglio regionale, abbiamo portato in Aula una soluzione al paventato blocco della radioterapia presso il Gemelli. L’obiettivo era scongiurare la vergognosa trasferta fuori regione dei malati oncologici molisani. Una proposta in parte accolta dal Consiglio, ma chiedevamo anche dell’altro: rimodulare il budget destinato alla radioterapia a vantaggio dei cittadini molisani e gettare le basi per una gestione pubblica del servizio.
Centrodestra sempre dalla parte dei privati accreditati
Tuttavia su quest’ultimo punto si è manifestata tutta la differenza tra noi e il centrodestra: per il MoVimento 5 Stelle è indispensabile che le strutture sanitarie pubbliche siano messe in condizione di erogare questi servizi salvavita. Non parliamo di farlo domattina, certo, ma di iniziare un lungo, ma serio percorso di internalizzazione di questo ed altri servizi, che nel tempo sono stati affidati interamente ai privati accreditati. La proposta è stata, neanche a dirlo, bocciata dalla maggioranza. Perché? Perché abbiamo due visioni dello Stato diametralmente opposte: per loro il privato può tranquillamente sostituirsi al pubblico, anche nell’erogazione di servizi essenziali. Per noi, al contrario, la responsabilità della cura dei cittadini sta in capo agli amministratori pubblici. Che non devono abdicare da questo dovere.
Lotteremo per garantire ai molisani il diritto alla salute
Noi sogniamo un Molise dove siano gli amministratori a scrivere le regole della nostra sanità, nell’esclusivo interesse dei cittadini. E lottiamo per una regione che abbia l’autorevolezza di programmare e gestire i servizi sanitari nella loro interezza, con nuovi strumenti, personale e risorse. Solo così il diritto alla salute sarebbe davvero garantito e universale. L’alternativa, firmata centrodestra, è continuare ad assistere inermi al progressivo ed inesorabile smantellamento della rete pubblica a vantaggio dei privati. Che, quando la coperta è corta, si vedono ‘costretti’ a rifiutare persino le cure salvavita. Un processo che è in corso da decenni e che dev’essere invertito quanto prima.