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Sanità, il reparto di Psichiatria del Veneziale va riaperto subito

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L’emergenza sanitaria che sta colpendo l’intero territorio molisano nel settore della salute mentale raggiunge oggi livelli di criticità inaccettabili. La chiusura del reparto di Psichiatria all’ospedale Veneziale di Isernia, da novembre 2022, non è un problema isolato, ma il sintomo di un dissesto sistemico che mette a rischio l’assistenza psichiatrica in una vasta area.

di Andrea Greco

Questa situazione costringe pazienti in condizione di fragilità a percorrere decine e decine di chilometri, spesso in condizioni di disagio e sofferenza, per raggiungere i presidi ospedalieri di Campobasso, Termoli o addirittura strutture fuori regione. L’assenza di un punto di ricovero e cura specializzato non solo viola il diritto fondamentale alla salute, ma espone malati e famiglie a una condizione di abbandono che aggrava ulteriormente le già complesse dinamiche del disagio psichico.

I servizi territoriali non bastano

I servizi territoriali, pur impegnandosi con professionalità, non possono sostituire un reparto ospedaliero. Il Centro di Salute Mentale garantisce assistenza ambulatoriale e diurna, ma resta insufficiente di fronte alle emergenze come potrebbero essere attacchi psicotici che necessitano di un ricovero e trattamenti intensivi. Case famiglia, comunità terapeutiche e strutture di accoglienza si trovano così impossibilitate a gestire situazioni cliniche acute, vedendosi negata qualsiasi possibilità di supporto ospedaliero immediato.

L’Asrem ha tentato il reclutamento attraverso bandi per specializzandi, ma questi sono risultati inefficaci di fronte a una carenza strutturale di personale medico che affligge non solo Isernia, ma l’intero sistema sanitario regionale. La mancanza di prospettive occupazionali, l’assenza di adeguate politiche di valorizzazione professionale e le criticità logistiche rendono il Molise una regione poco attrattiva per giovani professionisti della salute mentale.

Depositata un’interrogazione sul tema

Abbiamo quindi deciso, insieme ai colleghi Angelo Primiani e Roberto Gravina, di presentare un’interrogazione al presidente della Regione Molise, Francesco Roberti. Le nostre richieste mirano a ottenere risposte concrete sulle strategie di medio e lungo periodo: dall’analisi dettagliata delle procedure di reclutamento, alle modalità di implementazione dei servizi, fino alla definizione di un piano straordinario che riconduca a dignità l’assistenza psichiatrica regionale.

Le conseguenze di questa vicenda si ripercuotono drammaticamente sulle comunità locali. Parliamo di un territorio vasto e frammentato, con una popolazione anziana in crescita e tassi di disagio psichico in progressivo aumento, che rischia di essere completamente scoperto dai servizi essenziali. Non si tratta solo di numeri, ma di storie di sofferenza, di famiglie lasciate sole, di pazienti costretti a lunghe peregrinazioni alla ricerca di cure.

Non si può abbandonare un’intera provincia

Nei prossimi mesi intensificheremo l’azione politica e istituzionale. Abbiamo già predisposto una serie di atti da sottoporre al Consiglio regionale e stiamo programmando visite ispettive mirate a documentare e denunciare questa situazione. Regione e Asrem devono assumersi le proprie responsabilità, restituendo ad un intero territorio un servizio essenziale per la salute mentale.

Un ringraziamento particolare va a chi sul territorio, come Ernesto Giannini, ha continuato a mantenere alta l’attenzione su questi temi, dando voce a chi altrimenti resterebbe sommerso e dimenticato. Il diritto alla salute non è un optional, tantomeno in una regione già così duramente provata da anni di commissariamenti e disservizi. Il Molise merita rispetto, cure adeguate e la garanzia di servizi essenziali per tutti i suoi cittadini.

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