Dall’ultimo rapporto Gimbe emerge che ben 26mila molisani nel 2023 hanno rinunciato alle cure, e questo dato drammatico deve vedere tutta la politica preoccupata. Mentre il nostro primo atto durante questa nuova legislatura è stato proprio teso ad abbattere le lunghe liste d’attesa, il presidente Roberti invece è totalmente immobile sul tema. Ma la cosa più grave è che dopo gli impegni formali presi dal Consiglio regionale, nulla si è mosso. Dopo il decreto legge n.73 del 2024, che punta proprio ad abbattere le liste d’attesa, addirittura la struttura commissariale non ha recepito in maniera sostanziale quelle indicazioni.
di Andrea Greco
Quattro milioni e mezzo di italiani, nel 2023, hanno rinunciato alle cure. In Molise, 26mila persone hanno deciso di disdire esami e accertamenti a causa delle liste d’attesa: quasi un decimo della popolazione regionale. Sono i numeri drammatici dell’ultimo rapporto Gimbe.
Numeri che raccontano la cruda realtà e le inefficienze di un sistema sanitario al collasso, dopo anni di tagli, di scelte politiche che da destra a sinistra hanno messo in ginocchio la sanità pubblica. A beneficiarne è stata la sanità privata e a rimetterci chi non può permettersi di pagare!
I molisani non si curano perché non possono permettersi di pagare i privati!
Mentre scrivo questo testo, mentre leggete queste parole, ci sono molisani che rinunciano alle cure. Molisani che muoiono perché non trovano le risposte che cercano nel nostro sistema sanitario pubblico, perché non possono permettersi di pagare centinaia, migliaia di euro per rivolgersi al privato. È di questi argomenti che dovrebbe occuparsi il Consiglio regionale. Non oggi. Non domani. Doveva farlo già ieri, e dovrebbe farlo tutti i giorni.
Forse una cosa non è chiara a chi ricopre ruoli di vertice in sanità: se non si interviene subito, il numero di persone che decidono di disdire visite ed esami è destinato ad aumentare.
In Aula abbiamo subito portato le nostre soluzioni: ecco quali
Sono tre le soluzioni non più rinviabili, soluzioni che abbiamo portato in Consiglio come primo atto di questa legislatura:
* I privati accreditati devono entrare nel Centro unico di prenotazione;
* Bisogna garantire i cosiddetti percorsi di tutela, quelle misure che consentono ai cittadini di ottenere dei rimborsi quando devono rivolgersi al privato per effettuare una visita nei tempi previsti dalla prescrizione medica;
* L’agenda delle prenotazioni deve essere trasparente e accessibile.
Il Governo nazionale ha dato indicazioni chiare alle Regioni in merito all’abbattimento delle liste d’attesa, indicazioni che passano proprio per questi tre argomenti. Lo ha fatto con un decreto dello scorso luglio, che le Regioni dovevano recepire entro 60 giorni. La struttura commissariale ha recepito solo formalmente quelle disposizioni che restano però sostanzialmente disattese, come restano ignorate dalla politica regionale, con il presidente Roberti che continua a “latitare” anche di fronte a precisi impegni assunti in Aula.
Non ci fermeremo qui per difendere il diritto alle cure dei molisani!
Su questi temi scriveremo una missiva ai Ministeri dell’Economia e della Salute, ai componenti del tavolo tecnico e chiederemo un’audizione dei commissari, che devono garantire l’applicazione della normativa nazionale.
Vi invito a fare una riflessione: come mai, anche se è il Governo “amico” a chiedere di recepire quelle soluzioni per l’abbattimento delle liste d’attesa, in Molise si continua a perdere tempo? Stavolta non ci sono davvero più scuse. Ora basta: se ci sono degli obblighi di legge, devono valere anche per il Molise. Perché non è vero che qui “la legge non esiste“, come disse qualcuno.