Nell’ultima seduta del Consiglio regionale si sono finalmente discusse due mozioni che presentammo più di un anno fa. Gli atti proponevano soluzioni ai mali della sanità molisana: la carenza di personale medico e paramedico e l’inadeguatezza della rete territoriale. Le due mozioni sono passate all’unanimità, ma credo che Toma e i suoi le abbiano votate per lavarsi la coscienza, dopo anni di errori madornali. E temo che il governatore non farà nulla per onorare gli impegni, com’è già accaduto per altre mozioni.
Di Andrea Greco, portavoce M5S in Consiglio regionale
Una Regione che da anni non riesce ad assicurare i servizi sanitari ad una popolazione con meno di 300.000 abitanti è una Regione che va chiusa. Un anno fa, quando ancora non scoppiava la pandemia, abbiamo depositato due mozioni: una sulla carenza di personale medico e paramedico negli ospedali pubblici, l’altra sul miglioramento ed efficientamento del servizio di continuità assistenziale (ex Guardie mediche).
Solo mercoledì scorso, 16 dicembre, se n’è discusso in Consiglio. I documenti, approvati all’unanimità, andavano trattati e validati all’epoca dei fatti, cercando di trovare soluzioni concrete.
La strategia di Toma: perdere tempo
Invece, come spesso accade da due anni a questa parte, certifichiamo che il governatore Toma e la sua maggioranza riescono solo a collezionare rinvii e perdite di tempo inaccettabili, quando si parla di sanità pubblica. Esattamente come chi li ha preceduti. Se il settore pubblico non funziona il privato va a gonfie vele: è sempre questo il risultato. Piuttosto che fornire risposte reali ai cittadini, si preferisce lo squallido scaricabarile tra la dirigenza Asrem e i commissari. E ci si prende gioco di chi, da sempre, vuole far rispettare il sacrosanto diritto sancito dall’articolo 32 della Costituzione.
Cosa prevedono le nostre mozioni?
I provvedimenti votati sono chiari. La mozione per rimediare alla carenza di personale, impegna Toma a:
- bandire ulteriori concorsi per reclutare medici e infermieri, compresi i direttori Uoc;
- trovare le adeguate risorse per finanziare i contratti aggiuntivi di formazione medica specialistica;
- verificare la possibilità di inserire medici, anche privi di diploma di specializzazione, nei Dipartimenti di Emergenza, sulla scorta di quanto fatto dalla Regione Veneto.
Per quanto riguarda il secondo atto, il governatore si è detto pronto a mappare i presidi territoriali per elaborare piani di sicurezza segnalati dagli operatori sanitari. Ma dovrà anche:
- ricollocare le ex sedi delle Guardie mediche in zone meno periferiche dei centri abitati;
- ristrutturare i presidi fatiscenti;
- installare connessioni internet in tutte le sedi, per garantire un punto unico di accesso al SSN;
- implementare connessioni telefoniche fisse;
- incrementare la dotazione di auto di servizio in favore dei medici di continuità assistenziale;
- predisporre un sistema di telesoccorso con connessione ad accesso remoto ai numeri telefonici in reperibilità.
Cosa cambia per la sanità molisana?
Questi gli impegni “formali”. Ma non ho problemi ad affermare che siamo di fronte a una vittoria di Pirro, perché temo che le nostre proposte non saranno attuate, di sicuro non in tempi ragionevoli. La verità è che, votando le nostre mozioni, la maggioranza prova a salvare la faccia e lavarsi la coscienza da madornali errori e inefficienze.
A queste persone, incapaci di gestire l’emergenza sanitaria pre e post Covid, ma che perseverano nel fare danni, rinnoviamo l’invito a farsi da parte e lasciare ad altri la possibilità di gestire il comparto sanità e lo stesso Molise. Servono persone con le mani libere, che abbiamo come unico interesse la salvaguardia dei cittadini molisani.