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Sanità, mancata trasparenza sul Pos: nuovi tagli in vista?

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Sempre più spesso in Molise l’ordinario diventa straordinario e i diritti fondamentali si trasformano in gentili concessioni. Capita con i servizi essenziali e capita finanche con gli atti amministrativi. Un anno fa ho richiesto alla Struttura commissariale posta a capo della Sanità molisana l’accesso a un documento cruciale legato al Piano operativo sanitario: un parere dei ministeri della Salute e dell’Economia sul Documento di riorganizzazione della rete ospedaliera e delle patologie tempo-dipendenti. Eppure la struttura commissariale mi ha negato l’accesso al documento. Una forzatura dettata da cosa? Forse tagli, ridimensionamenti, chiusure nei nostri presidi sanitari? Dopo un anno, la Commissione per l’accesso ai documenti amministrativi della Presidenza del Consiglio dei Ministri mi dà ragione: come consigliere regionale avevo tutto il diritto di accesso a quel documento, che ora la Struttura commissariale dovrà fornirmi.

di Angelo Primiani

Un incomprensibile rifiuto quello del Commissario ad acta Marco Bonamico che prima mi ha suggerito di rivolgermi direttamente ai Ministeri, poi si è trincerato dietro la presunta “delicatezza” dei documenti e la loro fase di elaborazione “ancora in corso”.

A quel punto ho subito presentato ricorso alla Commissione per l’accesso ai documenti amministrativi della presidenza del Consiglio dei Ministri. Qualche giorno fa è arrivata la risposta: la Commissione, con decisione n. 3.164 del 1° aprile 2025, mi ha dato pienamente ragione, dunque non vi erano motivi per negarmi l’accesso al documento.

La Commissione ha ribadito in particolare che i consiglieri regionali hanno “un incondizionato diritto di accesso a tutti gli atti utili all’espletamento delle loro funzioni”, anche se riservati, essendo vincolati al segreto d’ufficio.

Sul diniego della Struttura commissariale sorge un dubbio

Il diniego della Struttura commissariale, dunque, pone un interrogativo e fa emergere un presagio. Cominciamo dal dubbio. Perché opporre tanta resistenza ad una sacrosanta richiesta di trasparenza: forse quel documento contiene qualcosa che è meglio non rivelare? Il rifiuto dei commissari, infatti, autorizza a pensare che quello stesso documento possa contenere la programmazione di altri tagli o nuove chiusure, insomma l’ennesimo ridimensionamento della rete dell’emergenza o della rete ospedaliera. Ciò significherebbe che, nonostante i 90 milioni di euro che il Molise ha ricevuto dal governo nazionale proprio per la Sanità, presto si aprirà comunque una stagione con meno servizi, quindi meno diritti, per i cittadini molisani.

Ad ogni modo, come detto, la Commissione della presidenza del Consiglio dei Ministri ha stabilito che in qualità di consigliere regionale avevo tutto il diritto di accedere a quel documento che ora la Struttura commissariale dovrà fornire.

Trasparenza e leale collaborazione non dovrebbero mai venir meno

Nell’attesa, questo è certo, continuerò a vigilare affinché le decisioni sulla sanità molisana siano prese alla luce del sole e nell’interesse esclusivo della salute dei cittadini. Perché questo è il punto dirimente: la richiesta di un documento che riguarda la gestione della rete tempo-dipendente non è dettata dal capriccio di un consigliere regionale, ma si regge sulle solidissime basi della tutela dell’interesse pubblico. Anche perché la salute, e tutto ciò che vi ruota intorno, è materia che più di tutte interessa l’intera comunità, nessuno escluso.

Dunque, non posso accettare che di fronte a temi tanto delicati e diritti spesso calpestati, un consigliere regionale debba fare ricorso per accedere ad un documento di interesse pubblico.

Alla luce di tutto questo auspico maggiore predisposizione al dialogo e maggiore collaborazione tra organi della Regione, per mantenere alta l’attenzione sul Piano operativo sanitario che ha un impatto diretto sui servizi ai cittadini, come conferma il futuro sempre più incerto dell’Emodinamica all’ospedale di Isernia.
Ancor di più su questi temi, chi amministra la Regione e la sanità regionale deve avere il coraggio di metterci la faccia. E deve caricarsi di una responsabilità morale, prima ancora che amministrativa e politica, nei confronti della cittadinanza. Una responsabilità che, in parte, sentiamo anche nostra e che di fatti ci spinge a pretendere sempre la necessaria trasparenza e la massima chiarezza.

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