Doveva essere il grande giorno della Sanità, quello tanto atteso per conoscere i Piani Operativi; si è rivelato la solita pantomima con copione imparato a memoria
Al centro del Consiglio di oggi c’erano questioni fondamentali per la quotidianità e la salute di tutti i cittadini. Le premesse non erano delle migliori. Tensione fuori dal palazzo, tensione al suo interno, con l’assise rinviata di oltre due ore a causa dell’incontro tra il presidente del Consiglio, Cotugno e i comitati.
La seduta si è aperta con l’intervento del nostro Antonio Federico, che ha voluto centrare subito il cuore del problema: il rapporto tra pubblico e privato. Un rapporto che per il MoVimento 5 Stelle non è legato più soltanto ai criteri di posti letto o budget, ma è basato, ora più che mai, sul concetto di funzioni fondamentali. In una Sanità che funziona non è possibile, ad esempio, immaginare che le reti cardiologica e oncologica siano gestite esclusivamente dal privato. Se questo è il prezzo da pagare alla coabitazione tra Fondazione e Cardarelli di Campobasso, il MoVimento 5 Stelle non ci sta.
Proprio su questa criticità abbiamo basato la nostra deliberazione al Consiglio. Del resto l’oggetto della convocazione della seduta prevedeva espressamente “determinazioni del Consiglio“. Alla fine il nostro documento è stato l’unico presentato durante tutto il giorno. Altro che le solite accuse di demagogia. Nel nostro ordine del giorno abbiamo chiesto al Commissario Frattura di modificare il Programma Operativo affinché sia il pubblico a gestire oncologia e cardiologia nell’ospedale regionale principale, quindi potenziando i reparti del Cardarelli e non chiudendoli.
Allo stesso tempo l’odg ha puntato anche a rivedere la ripartizione dei posti letto ospedalieri, facendo in modo che al privato vengano accreditati solo quelli necessari a soddisfare le richieste dei molisani. Sono concetti semplici, chiari, frutto di anni di studio, valutazioni e confronti con cittadini, addetti ai lavori, dirigenti.
Oggi serviva dare un segnale concreto, proporre, ma l’impasse della maggioranza è stata chiara, essendo ancora alla ricerca di una sua posizione definita. Dunque, il solito copione: molti interventi, tante belle parole, qualche attacco ormai scontato, ma nessuna decisione. Alla fine il rinvio al prossimo Consiglio. Tutti d’accordo eccetto due: Antonio Federico e Patrizia Manzo. Adesso attendiamo il nuovo tour di Frattura “sul territorio”. Forse ora si renderà conto anche lui dell’esasperazione che c’è tra la gente.