Finalmente ci siamo: martedì in Consiglio regionale si aprirà il dibattito sulla Sanità. Dopo assenze e rinvii erano mesi che il MoVimento 5 Stelle aspettava questo momento. Ecco perchè, insieme al resto dell’opposizione, giorni fa abiamo sottoscritto la richiesta di seduta monotematica sul tema.
Quindi, nessun “patto dell’imbarazzo”, né “firme a nostra insaputa” come detto da Frattura. A proposito, il fallimento del Governatore è sotto gli occhi di tutti.
Un disastro politico fatto di annunci in campagna elettorale (quelli sì frutto di “firme a sua insaputa”) e di un’alleanza con Patriciello che tiene il presidente con le mani legate sin da quando proprio Frattura decise di defenestrare Carmine Ruta e cestinare il Programma Operativo dell’estate 2013 che incideva sullo squilibrio delle risorse tra pubblico e privato. Un Piano che riuscì finanche a ottenere apprezzamenti, seppur timidi, da parte del Tavolo Tecnico. Bisognava solo integrarlo con un cronoprogramma degli interventi e un’analisi dei costi, invece a dicembre 2013 a Roma arrivò un Piano del tutto stravolto che, riportando il privato in posizione di forza, ha subìto continue bocciature da parte del Tavolo. Bocciature ripetute sistematicamente nell’ultimo anno e mezzo, fino a presagire il Commissariamento di Frattura, causa incapacità della struttura di rientrare dal debito di 420 milioni di euro.
Sul tema, poi, è intervenuto anche l’ex Governatore. Iorio ha tenuto innanzitutto a smentire il fatto che, negli anni scorsi, ben 180 milioni di euro siano stati sottratti alla Sanità per finanziare altri capitoli di spesa: su questa storia però ben altre strade andrebbero percorse.
Comunque sia, sempre Iorio ha sottolineato la necessità di impugnare il Regolamento attuativo del Decreto Balduzzi per evitare che gli standard ospedalieri definiti diano il colpo di grazia alla già malconcia Sanità molisana. Peccato che il consiglio di Stato abbia già dato il via libera per la conclusione dell’iter e la giurisprudenza costituzionale è già piena di precedenti in tal senso. Quindi, con tutta probabilità, un eventuale ricorso sarebbe rigettato per il semplice fatto che questi standard sono stati concertati d’intesa con la Conferenza Stato-Regioni. Infatti il 10 luglio e il 5 agosto 2014 è stata sancita l’intesa tra Governo e Regioni sia sul Patto per la salute che sui regolamenti attuativi del “Balduzzi” e, dalla lettura dei verbali, in entrambe le occasioni il Presidente Frattura non risultava essere presente ai tavoli. Non solo. Allo stesso modo non porterebbe a nulla neanche l’eventuale richiesta di deroghe solo perché abbiamo un numero di abitanti insufficienti o un territorio disagiato.
Ciò che andrebbe fatto, invece, è innanzitutto proporre una riorganizzazione dell’offerta sanitaria in grado di metterci sulla buona strada per la definitiva fuoriuscita dal Piano di rientro, con tutto quello che significa in termini di sblocco del turn over e riduzione delle tasse regionali, come hanno fatto quasi tutte le regioni d’Italia. Ma contestualmente bisognerebbe anche evidenziare le illogicità contenute nel regolamento del “Balduzzi” che non permettono alla Regione di garantire i livelli essenziali di assistenza, costringendola invece a rispettare standard che, magari, vanno bene per le aree metropolitane, ma non per una regione con una dispersione demografica alta come la nostra: basti osservare i tempi d’intervento per la rete dell’emergenza.
In conclusione, per il MoVimento 5 Stelle il tempo è scaduto. Quindi confermiamo la mozione di sfiducia alla luce dell’evidente incapacità di Frattura di dare risposte al territorio e ai Ministeri, dai quali dipendiamo, è bene ricordarlo, proprio per colpa di anni di malagestione della Sanità.
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