Perché la sanità molisana è commissariata da 14 anni? Perché il nostro debito sanitario cresce senza sosta, mentre i servizi si riducono? Sono le domande a cui il MoVimento 5 Stelle risponde dopo aver studiato centinaia di documenti ottenuti con una serie di accessi agli atti. La risultante è quella di aver scoperto cose gravissime. Nelle prossime settimane forniremo ulteriori approfondimenti
di Andrea Greco
Con tre video di approfondimento – che si potranno seguire sulle pagine social del M5S – ci siamo riproposti di spiegare, in parole semplici e comprensibili a tutti, gli annosi problemi della sanità molisana. Innanzitutto, possiamo affermare che l’enorme debito sanitario che grava sul Molise è frutto di una pessima gestione dei rapporti con i privati accreditati, ma anche di una serie di inefficienze, dovute alle tantissime gare d’appalto mai partite o mai concluse. Parliamo di milioni di euro dei cittadini molisani che si perdono in una rete di privatizzazioni selvagge.
I costi di pulizia, mensa e portineria
Oltre ai servizi sanitari, l’Azienda sanitaria molisana affida all’esterno anche quelli ‘non sanitari’, come pulizia, mensa e portineria degli ospedali. Si tratta di un giro d’affari totale di quasi 41 milioni di euro l’anno. Una somma che, per giunta, è aumentata di circa 10 milioni solo tra il 2015 e il 2019.
La cosa davvero preoccupante è che, tra gli anni 90 e i primi 2000, questi servizi sono stati affidati a delle ditte private senza passare per delle regolari gare d’appalto, se non per il Cardarelli. Dunque, stando alle carte in nostro possesso, tutti questi affidamenti sono scaduti da decenni, in barba a tutte le leggi in materia di appalti pubblici. Unico caso tra quelli analizzati, all’ospedale Cardarelli i servizi di mensa, pulizie e reception sono stati affidati tramite una regolare gara d’appalto nel 2002. Il contratto venne stipulato tra l’allora Asl e una Associazione temporanea di impresa capeggiata dal Consorzio nazionale dei servizi e Gemeaz Cusin Srl. Il compenso annuo pattuito per i tre servizi è scritto in lire: 7 miliardi e 268 milioni l’anno (pari a circa 3,75 milioni di euro).
Nel dettaglio, per le pulizie si prevedeva una spesa annuale di circa 920.000 euro, che negli anni è cresciuta fino a raggiungere 1.500.000 euro. Per la reception si stabilì un compenso di circa 600.000 euro che, lievitato negli anni del 50%, è arrivato ai 900.000 euro attuali. Una leggera flessione, invece, si è registrata nel servizio mensa, passato da circa 2 milioni l’anno a 1.400.000 euro. A fronte, evidentemente, di una sostanziale riduzione dei ricoveri. Se da un lato presumiamo ci sia una corrispondenza tra il calo dei degenti e le spese per i pasti, dall’altro non abbiamo trovato alcun documento ufficiale che dimostri perché siano aumentati gli altri costi. In altre parole, pulizie e portineria ci sono costati molto di più finora, ma nessuno ha mai rivisto i contratti, né stabilito un adeguamento dei costi.
Ospedale Cardarelli sotto la lente d’ingrandimento
E veniamo al fatto più grave: il contratto stipulato per i servizi non sanitari al Cardarelli doveva avere, originariamente, una durata di 9 anni. Dunque è scaduto ed è in proroga da 10 anni. In questa decade, i costi sono stati rivisti senza passare per una nuova gara d’appalto ad evidenza pubblica. Almeno fino al recente intervento della Consip, che riguarda solo il servizio di pulizia.
Quando abbiamo iniziato a lavorare a questo approfondimento, ci sono volute decine di accessi agli atti per recuperare gli accordi tra le vecchie Asl e le ditte private. Poi, sarà un caso, l’Asrem ha finalmente accelerato le procedure di gara, rivolgendosi alla Consip, ma solo per i servizi di pulizia.
Nulla è cambiato, invece, per quanto riguarda ad esempio il servizio mensa e per tanti altri appalti che risentono di gare inesistenti o bloccate presso la Centrale unica di committenza regionale. Quindi la quasi totalità dei servizi non sanitari affidati ai privati è legata a contratti scaduti e in proroga dal 2002. Eppure, la proroga di un contratto stipulato tra il pubblico e il fornitore privato, secondo la legge italiana, dovrebbe essere l’eccezione, per motivi di assoluta urgenza e sempre a carattere transitorio. Da noi in Molise, la proroga non è l’eccezione, è la regola!
Come detto, nelle prossime settimane vi parlerò di cos’è accaduto in tutti gli altri nosocomi della regione, dove gli affidamenti ai privati sono ancora più opachi. È un’operazione verità che dobbiamo ai cittadini, perché ogni euro speso male è un euro sottratto alle cure di cui hanno diritto.