Il tema dell’edilizia popolare è molto sentito in tutta Italia soprattutto a causa dei numerosi sfratti previsti e dell’evidente diniego del diritto alla casa Costituzionalmente garantito. Il MoVimento 5 Stelle alla Camera e poi al Senato ha lavorato molto in questa direzione, combattendo contro il PD e l’ex PDL per far inserire la sospensione dello sfratto per le famiglie incolpevolmente morose, ma riuscendo solamente a far approvare un ordine del giorno che impegna il Governo ad adottare, nei tempi più ristretti, sia misure di ulteriore tutela della morosità incolpevole, sia misure agevolative dell’accesso al mercato delle locazioni. Anche qui in Molise i problemi in questo senso sono davvero tanti, ma alcune risposte che il Governo regionale sta dando, a nostro avviso, non vanno nella direzione di tutelare i cittadini, con riforme all’insegna della svendita piuttosto che dell’equità, né, tantomeno, a tutela degli Istituti che gestiscono le cosiddette “case popolari” e che sono deputati a rendere il diritto alla casa non uno spot elettorale, ma opere concrete.
La legge regionale 12/2013 ha inserito, per la determinazione dei canoni di locazione, dei coefficienti correttivi che tengono conto non solo del tipo di fascia dell’utenza, ma anche del valore dell’immobile e della fascia demografica della località dove è ubicato. In questo modo si è sicuramente riusciti ad intervenire con equità nella rimodulazione dei canoni in maniera da ridurre, ove possibile, il costo per i cittadini.
Stesso criterio di equità, a nostro avviso, non è stato considerato per quanto riguarda l’alienazione degli alloggi, ovvero la vendita ai soggetti beneficiari, sganciandone giustamente il valore dal prezzo di mercato e agganciandolo alla rendita catastale, senza considerare però alcun tipo di coefficiente di differenziazione né in base alla fascia d’utenza, né a quella demografica. Pertanto, in questo modo, un alloggio ubicato in un piccolo centro della nostra regione può essere venduto ad un utente con fascia reddituale bassa ad un prezzo avente gli stessi parametri di un alloggio sito in Campobasso e acquistato da un utente con fascia reddituale più alta. Questa condizione, oltre a creare evidenti cortocircuiti, non permette neanche a tutto il sistema dello IACP di procedere con la costruzione di nuovi alloggi e di dare risposte sul futuro del diritto alla casa. Infatti se prima della legge regionale succitata all’Istituto bastava vendere due appartamenti per poter reinvestire gli introiti nella realizzazione di uno nuovo, adesso deve riuscirne ad alienare almeno quattro!
Per cercare di risolvere questa situazione il MoVimento 5 Stelle in Regione Molise aveva già proposto un emendamento, bocciato, in sede di approvazione della Finanziaria 2014. Lo abbiamo riproposto in sede di approvazione della legge regionale 14/2014 lo scorso 29 aprile. Tale legge occorreva per completare quanto non previsto nella legge di luglio che non prevedeva, tra le altre cose, la rimodulazione del valore delle pertinenze (box auto e affini) e che portava al paradosso che costasse più un garage che un appartamento!
Il nostro emendamento è stato bocciato anche in questa occasione, portando di fatto a millantare il diritto alla casa trasformandolo in una vera e propria svendita del patrimonio pubblico!