La decisione del governatore di azzerare la Giunta regionale, in piena emergenza e a quattro giorni dalla discussione del Bilancio, misura in maniera precisa la distanza che c’è tra la massima istituzione regionale e i cittadini.
Toma, ancora una volta, si dimostra una guida incapace e un comunicatore mediocre.
L’azzeramento della Giunta non è altro che l’ennesimo colpo di teatro per tentare di mettere a tacere i tanti e sempre più rumorosi dissidi interni alla maggioranza, per blindare il voto al Bilancio regionale e per salvare la poltrona.
Ma azzerare la Giunta vuol dire anche paralizzare l’attività ordinaria della Regione, sospendere pagamenti e innumerevoli altri problemi che rimangono irrisolti per lasciare posto alle beghe politiche. Inoltre, chiedere agli assessori di rimettere le deleghe vuol dire tentare di scaricare su di loro la responsabilità di un fallimento politico e amministrativo che si perpetua ogni giorno. In questo senso, è abbastanza imbarazzante assistere al modo in cui gli stessi assessori si fanno manipolare dal presidente. Siamo di fronte a un’azione che avrà di sicuro ricadute sul Consiglio regionale di lunedì prossimo, 20 aprile: il presidente di Regione può revocare la sua Giunta ma non senza ripercussioni sull’organo legislativo, la cui dignità va rispettata sotto il profilo istituzionale e costituzionale.
Dubitiamo si possa affrontare correttamente la discussione del documento programmatico economico e finanziario in questo contesto.
Non dimentichiamo che, in soli due anni di legislatura, è già la terza volta che il governatore annuncia o minaccia l’azzeramento dell’esecutivo. Ma la cosa più grave è che Toma non comprende che sta comunicando ai molisani debolezza, confusione, codardia istituzionale, in un momento di difficoltà per l’intera comunità. Proprio quando, al contrario, sarebbe necessaria unità d’intenti e massima condivisione delle scelte. In questo modo, non fa altro che confermare quanto sia inadeguato al ruolo di governatore, perché incapace di essere una ‘guida’ credibile ed autorevole per i cittadini amministrati. Caratteristica che il ruolo di Presidente richiederebbe, a maggior ragione in periodo d’emergenza collettiva.
Ora vedremo cosa accadrà. Sarebbe ridicolo far rientrare in Consiglio i surrogati dopo averli estromessi dalla votazione sul bilancio. Eventuali cambi in Giunta si tradurrebbero in una redistribuzione delle poltrone assessorili e consiliari. E ciò confermerebbe un malcelato e disperato tentativo di trovare un equilibrio per ‘sopravvivere’ politicamente. Un eventuale nulla di fatto, invece, significherebbe sbeffeggiare gli assessori, svilire il ruolo dei consiglieri, scherzare con le preoccupazioni dei cittadini, giocare (e perdere) con il futuro del Molise. In entrambi i casi, Toma dovrebbe dimettersi.