È la seconda volta che portiamo in Aula la richiesta di verifica degli obiettivi assegnati al Direttore generale di Asrem, Oreste Florenzano. Ora è stata approvata la nostra mozione, un atto di indirizzo politico chiaro, forte. Occorre quindi che il presidente Toma agisca di conseguenza: ci aspettiamo che questo sia solo il primo passo di un percorso che porti, in tempi brevi, a sollevare Florenzano dall’incarico.
Non ne facciamo mistero: per noi, il dg Asrem ha amministrato in maniera più che discutibile la sanità molisana, tanto nella gestione ordinaria che nella fase straordinaria. Facciamo degli esempi concreti.
La gestione dell’Asrem in emergenza Covid
Nella prima fase dell’emergenza Covid, abbiamo avuto la possibilità di ingaggiare personale medico-sanitario con contratti a partita iva. Da subito, lanciammo la proposta di puntare su forme contrattuali più stabili, che guardassero anche al post emergenza. L’Asrem ha preferito tappare i buchi, ignorando il nostro appello. Terminato lo stato di emergenza nazionale, i famosi ‘angeli del Covid’ sono stati miseramente scaricati e la sanità molisana è tornata, immediatamente, nella solita, gravissima carenza di personale.
I costi per la realizzazione del Centro Covid sono lievitati, ma il Molise resta l’unica regione senza un centro dedicato alla pandemia. Soggetto attuatore (il responsabile) è, ancora una volta, l’Asrem.
Sanificazione al Cardarelli: da 140 mila euro a 4,6 milioni
Recentemente, abbiamo riscontrato delle anomalie anche nel servizio di sanificazione al Cardarelli. Da una previsione di spesa iniziale di 140.000 euro, sono stati appena liquidati ben 4.600.000 euro per la sanificazione degli ambienti ospedalieri. Una lievitazione di costi che qualunque amministratore dovrebbe scongiurare.
In sostanza, sanificare il Cardarelli costa più dell’intera gestione di ospedali come il Caracciolo, il Vietri o il Santissimo Rosario. Ospedale di comunità, quest’ultimo, che è tale su carta e senza un dirigente responsabile.
Già questi sarebbero ottimi motivi per rimuovere il manager della più importante azienda regionale. C’è poi una seria riflessione da fare riguardo alle occasioni perdute.
I molisani si curano fuori regione o dai privati
Ogni anno, produciamo circa 80 milioni di mobilità passiva, a cui si aggiunge un enorme travaso di risorse tra il pubblico e il privato. In altre parole: la richiesta di prestazioni sanitarie da parte dei molisani c’è, ma viene soddisfatta da strutture di fuori regione o dai privati accreditati. Parliamo, in grandissima parte, di prestazioni ordinarie, che dovrebbe essere in grado di offrire qualunque erogatore pubblico, come tac, scintigrafie, analisi di routine.
Ricapitolando: il servizio sanitario pubblico offre meno servizi ed è sempre più lento, i cittadini si rivolgono ai privati, si tagliano servizi al pubblico per carenza di risorse. È un circolo vizioso, dal quale si può uscire solo con investimenti in uomini e mezzi.
Carenza di personale e servizi di emergenza
La carenza di personale è l’altro grave limite del Molise. Mentre nelle altre regioni si costituiscono delle vere task-force per assicurare medici e infermieri negli ospedali, noi abbiamo un solo addetto al reclutamento e i concorsi durano anche 18 mesi.
Ultimo fallimento vissuto dall’Asrem, in ordine di tempo, è quello del servizio di urgenza 118. I tempi di risposta del 118 molisano sono decisamente più lunghi rispetto alla media nazionale, ma invece di potenziarlo si continuano a togliere i medici dalle ambulanze e le ambulanze dalle postazioni.
I 9 minuti di ulteriore ritardo – maturati in media dalle ambulanze molisane negli ultimi 2 anni – possono fare la differenza tra la vita e la morte. Una buona direzione all’Asrem avrebbe agito per tempo, formando i medici delle Usca in dismissione per il servizio di emergenza. Invece, i corsi di formazione interni per il pronto intervento sono fermi da anni. Una programmazione seria, poi, non avrebbe tagliato le postazioni in aree soggette ad un forte incremento della popolazione nel periodo estivo.
Calano i livelli di assistenza: obiettivo fallito
I livelli essenziali di assistenza, in questi anni, sono gravemente peggiorati. Pensiamo al -40% degli screening oncologici per prevenire il tumore alla cervice uterina. O al fatto che solo il 35% degli over 65 con frattura del femore vengono operati entro 2 giorni, mentre gli standard nazionali prevedono percentuali minime del 60%.
Potremmo continuare ancora a lungo, con tutti gli errori di quella che riteniamo una pessima direzione dell’Azienda sanitaria regionale. Ma, ormai, è solo una questione di volontà politica. Il Consiglio non ha il potere di rimuovere il dg Asrem, il Presidente sì. E, sia chiaro, crediamo che anche il Presidente-Commissario abbia delle pesanti responsabilità nel peggioramento complessivo della sanità molisana.