MoVimento 5 Stelle Molise

Toma e le logiche clientelari della promozione sportiva

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Quattro anni dopo la legge regionale di promozione sportiva arriva anche il regolamento attuativo. Associazioni e società sportive aspettavano regole certe per accedere ai finanziamenti, ma Toma ha preferito criteri di selezione discrezionali: deciderà lui chi finanziare.

Di Andrea Greco, portavoce M5S in Consiglio regionale del Molise

Ero ben felice che si discutesse in Consiglio regionale il regolamento per l’attuazione di una norma di promozione sportiva. Ma leggendo il testo, mi son reso immediatamente conto di essere al cospetto dell’ennesima presa in giro ai danni dei molisani.

La Legge regionale 23 del 2016 ha atteso quattro anni un regolamento attuativo che la rende, di fatto, inutile. Un provvedimento che arriva con colpevole ritardo e che introduce un principio malato: associazioni e società sportive dovranno fare la questua in via Genova per chiedere i contributi direttamente al presidente Toma, che ha la delega allo sport.

Chi opera nel campo sportivo si aspettava, invece, un regolamento chiaro, regole certe per accedere ai finanziamenti. Questa maggioranza ha ignorato consapevolmente il principio di generalità delle norme, preferendogli una logica clientelare, diciamolo chiaramente. In particolare, all’articolo 8 del regolamento si legge: “La Giunta Regionale, su proposta dell’Assessore competente, con proprio atto può disporre l’erogazione di contributi per manifestazioni di eccezionale interesse turistico-sportivo”. Cosa vuol dire “eccezionale interesse”? È un criterio di selezione chiaramente discrezionale.

Ma ancora, l’emendamento a prima firma dell’assessore Niro introduce un generico voucher sportivo per le famiglie non abbienti. Un intervento spot, che suona come una beffa, dato che in Commissione giace ignorata, ormai da un anno, la nostra proposta di legge in materia. Il MoVimento 5 Stelle voleva introdurre il concetto di “sport di cittadinanza”, per garantire a tutti il diritto all’esercizio dell’attività sportiva.

Lo sport è per noi un vero e proprio diritto, una pratica che previene patologie, aumenta il benessere psicofisico, tiene lontani i ragazzi dalla strada. Non dev’essere, di contro, un contentino “gentilmente elargito”, una tantum, dalla politica. Per riassumere, quello licenziato nell’ultimo Consiglio regionale è un provvedimento che non stento a definire clientelare, arbitrario e vuoto, perché non produrrà risultati importanti. Per questo ho abbandonato i lavori, ancora una volta deluso da una maggioranza incapace di accogliere spunti preziosi.

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