Le corse degli autobus si sono ridotte drasticamente, a causa del Covid. Ma, mentre la Regione Molise paga alle aziende di trasporto il 70 per cento degli importi, per corse mai effettuate, i lavoratori vengono lasciati alla canna del gas.
Solo a maggio in Molise sono stati spesi 1,9 milioni di euro per un servizio di Trasporto pubblico locale quasi inesistente.
A margine dell’ultimo Consiglio regionale, abbiamo ascoltato i lavoratori del comparto, una categoria stretta nella morsa della disperazione. Padri e madri di famiglia senza stipendio né cassa integrazione che, con grande dignità, chiedono solo di poter tornare al loro lavoro.
Intorno al Tpl grava un giro di affari impressionante: pensate che solo per il comparto extraurbano, in Molise, si superano i 35 milioni di euro ogni anno. Eppure, con l’emergenza Covid, la situazione si è fatta drammatica per i lavoratori.
Infatti le aziende, tranne una, non hanno anticipato la cassa integrazione ai dipendenti. Questo, insieme all’estrema lentezza della macchina regionale, figlia di scelte politiche inaccettabili, ha fatto sì che centinaia di padri di famiglia siano sull’orlo della disperazione.
Ma il paradosso è che la Regione Molise continua a pagare le imprese, anche per le corse non effettuate, al 70% del costo reale. Tradotto: per tenere gli autobus parcheggiati e i lavoratori in cassa integrazione, i gestori percepiscono una montagna di denaro pubblico. La logica imperante, quando si tratta di Trasporto pubblico locale in Molise, è garantire il profitto per qualcuno e la fame per tutti gli altri.
Vogliamo ribadire i numeri: solo a maggio, sono stati spesi ben 1.954.782,49 euro (quasi 2 milioni di euro) per tenere la maggior parte dei bus fermi e i lavoratori alla canna del gas. Leggere poi nelle determine che si tratta di acconti, o comunque di somme da rivedere, suona ancor più come una presa in giro.
Questo è solo l’ennesimo dei fallimenti di una classe politica in perfetta continuità con il passato. Su sanità e trasporto pubblico le dinamiche sono praticamente sovrapponibili, da destra a sinistra. L’ironia della sorte è che, alle condizioni attuali, le aziende potrebbero non avere alcun interesse nel ripristinare le corse, visto che per tenere i mezzi fermi incassano il 70% del dovuto. Una cosa inconcepibile, se fatta in questo modo, un’ulteriore conferma di quanto siano ormai divenuti nocivi per il Molise.
Come MoVimento 5 Stelle, porteremo la questione all’attenzione di tutte le sedi opportune, per ristabilire una sacrosanta equità tra gli interessi delle aziende, quelle dei lavoratori e delle casse pubbliche.