Una sentenza del Consiglio di Stato stabilisce che associazioni e comitati sono legittimati a presentarsi davanti al Tar per opporsi ad opere che vadano contro l’interesse collettivo. Questo può mettere la parola fine all’annosa vicenda del Tunnel di Termoli, opera che il MoVimento 5 Stelle ha combattuto, a livello locale e regionale. Una vittoria dei tantissimi cittadini termolesi, che hanno chiesto per anni di essere coinvolti nelle scelte politiche che riguardano il futuro della propria città. Una battaglia di democrazia per tutto il Molise.
Di Valerio Fontana, portavoce M5S in Consiglio regionale del Molise
Sono trascorsi ormai 5 anni da quando ho iniziato ad occuparmi del progetto di Tunnel a Termoli. E finalmente si intravede la parola fine. È ormai noto a tutti che il progetto comprendeva un insieme di opere che avrebbero cambiato radicalmente il volto della città ottocentesca, consegnandola di fatto nelle mani di un privato. Un progetto tanto costoso quanto rischioso, che spinse molti di noi, cittadini preoccupati, a costituire un primo comitato referendario, “Termoli Decide” (poi diventato “No Tunnel”), che mi onoro di aver rappresentato.
Come sottolineato dall’avvocato Iacovino in questi giorni, è venuto meno l’ultimo cavillo giudiziario. In una sentenza del Consiglio di Stato del 20 febbraio scorso, nell’ambito di una controversia tra Codacons, Banca d’Italia e alcuni istituti di credito, è stato sancito infatti un principio fondamentale, che noi rivendicavamo da tempo: i gruppi di cittadini, riuniti in associazioni o comitati, sono legittimati ad opporsi ad opere che vadano contro l’interesse collettivo.
Il precedente fa decadere il motivo alla base del ricorso della ditta De Francesco, titolare del project financing che interessava le opere di tunnel, parcheggi e riqualificazioni. La ditta infatti, ricorrendo in Consiglio di Stato, si era appellata al fatto che il comitato “No Tunnel” non fosse un soggetto legittimato ad opporsi all’opera davanti al Tar.
Cosa resterà nella memoria dei termolesi? Cinque anni in cui l’amministrazione del Partito Democratico si è incaponita su un’opera voluta da pochi, rifiutandosi di ascoltare i tanti, i cittadini. Hanno perso un’occasione storica per la città adriatica, che avrebbe potuto essere la prima in Molise a sperimentare l’istituto democratico del referendum. Un’occasione enorme di crescita civile e intellettuale, resa ancora più significativa dal fatto che veniva dal basso. Ricordiamo tutti le oltre 3 mila firme raccolte per chiedere il referendum sul Tunnel. In quell’occasione, il Pd locale ha dimostrato di essere meno “democratico” dei cittadini amministrati.
Ma l’amministrazione Sbrocca, intestardendosi sul progetto non voluto dai cittadini, rischiava di far perdere alla città anche i 5 milioni di euro di finanziamenti europei, vincolati alla realizzazione di opere viarie. Perdita che il MoVimento 5 Stelle ha contribuito a scongiurare, ottenendo il voto favorevole del Consiglio regionale alla mozione a mia prima firma, che permetteva la rimodulazione di quei 5 milioni di fondi pubblici a vantaggio della viabilità termolese.
Quella che mi trovo, finalmente, a commentare è una grande vittoria dei cittadini, che con coraggio e tenacia hanno difeso il proprio centro storico dal tentativo di deturparlo. Autotassandosi, i termolesi sono arrivati in tribunale, dove hanno ottenuto la prima vittoria. Un ringraziamento sentito va agli avvocati Vincenzo Iacovino, Vincenzo Fiorini, Giuseppe Fabbiano e Silvio Di Lalla, nonché al professor Beniamino Di Rico, al comitato “No Tunnel” e, non da ultimi, ai miei compagni d’avventura del M5S di Termoli, uno su tutti il portavoce in consiglio comunale, Nick Di Michele. Insieme a loro, abbiamo lottato per mettere fine a una pagina buia per la comunità termolese e molisana.