Il consiglio monotematico sul turismo termina con un nulla di fatto. Un’occasione sprecata dalla Giunta, che dimostra di non avere una visione d’insieme in materia, né l’interesse di ascoltare proposte costruttive per il rilancio della regione.
Ancora una volta il governatore Donato Toma e la sua maggioranza hanno frenato l’impegno per lo sviluppo del Molise. Ieri nel corso del Consiglio monotematico, da noi chiesto per trattare i temi legati al turismo, ci è stato impedito addirittura di discutere un atto che avrebbe dato concretezza all’azione di governo. È la conferma che anche sul tema dello sviluppo turistico non c’è volontà di condivisione e ascolto e che la Giunta naviga a vista senza un progetto strutturato, senza una vision chiara.
Gli Stati Generali del Turismo, tenutisi a novembre scorso a Termoli, sembravano un buon punto di partenza per rilanciare il settore in Molise.
In quell’occasione, abbiamo suggerito alla Giunta regionale di coinvolgere professionisti e operatori per raccogliere idee, proposte e suggerimenti. Per questo abbiamo presentato una serie di proposte. Abbiamo depositato una proposta di legge per riformare la disciplina delle associazioni Pro loco, abbiamo lavorato ad una mozione e a una proposta di legge per sbloccare i corsi e gli esami abilitanti per le guide turistiche e dare nuovo slancio al settore; abbiamo suggerito miglioramenti al bando sulla microricettività, mozione che ancora deve essere discussa nonostante l’impegno del governatore Toma a parlarne prima di pubblicare l’avviso.
Il 31 dicembre, poi, la Giunta ha smentito tutto, adottando la Delibera che approvava il Progetto esecutivo del Piano strategico regionale sul Turismo. Un Piano avvolto dai dubbi. Prima di tutto, diversamente da quanto annunciato, il Piano è riferito al turismo, ma non alla cultura. Sviluppo Italia, la società in house alla quale è stato affidato il bando, non ha competenze specifiche in materia turistica, nonostante accolga professionalità importanti. Competenze che invece ha l’Unimol. Dubbi anche su costi e tempi: il Piano costa 1.3 milioni, quando in Piemonte è costato 120.000 euro e dovremmo attendere ben 30 mesi per la sua realizzazione: due anni e mezzo.
Inoltre non sappiamo se il Piano sia frutto di consultazioni con stakeholder e rappresentanti dei territori e le analisi di contesto (analisi dei settori produttivi, analisi delle risorse turistiche, delle imprese, degli operatori, ecc) non sono state affidate all’Università, che per mission si occupa di questi studi. Il Piano, poi, prevede la costituzione di un Comitato di indirizzo che insieme al management team ci costerà circa 120.000 euro.
Ancora: il Piano prevede 600.000 euro per la strategia di comunicazione, ma non conosciamo le attività di marketing e comunicazione previste. Sappiamo che verrà creato un portale ma non si sa se farà riferimento all’assessorato competente o a cosa. Inoltre, non sappiamo se sono previsti spot nazionali e internazionali, se verrà realizzato un brand ex novo e manca l’adeguamento degli strumenti normativi riferiti al Piano; si parla di un Testo Unico sul Turismo, ma a quanto pare arriverà dopo il Piano, invece che anticiparlo. Ma soprattutto non si capisce quanto voglia davvero investire il Governo regionale. Al momento, infatti, manca un’analisi preliminare sulle risorse potenzialmente disponibili, fondamentali per definire le azioni strategiche. In tutto questo la Giunta ha esautorato il Consiglio regionale dalla sua competenza in materia di programmazione strategica. Delle due l’una: o l’esecutivo agisce in maniera consapevole, quindi ha deciso di aggirare le funzioni del Consiglio, oppure agisce in maniera inconsapevole, dimostrando scarso acume politico.
In definitiva: nessuno ha cognizione delle risorse che supporteranno l’intera strategia, quindi si rischia di avere un Piano fondato solo su enunciazioni teoriche.
Per questo il MoVimento 5 Stelle ha presentato una mozione che impegnava il governatore e l’assessore competente, Vincenzo Cotugno, a una ricognizione delle risorse economiche, a definire un Testo Unico sul Turismo per dare immediata applicabilità al Piano, a ricondurre l’attività di programmazione tra le competenze del Consiglio regionale e a procedere a un nuovo affidamento per la sola elaborazione di un documento strategico da realizzare in sei mesi coinvolgendo Università e Camera di Commercio. Toma e la sua maggioranza hanno invece evitato che la mozione fosse discussa, non capendo che hanno fatto un danno al Molise e non al MoVimento 5 Stelle.