Il ‘no’ del MoVimento 5 Stelle al Piano regionale per lo sviluppo del Turismo in Molise è frutto di un’analisi precisa di tutto il documento che rischia di essere un semplice esercizio di stile, una dissertazione accademica che non risolve in concreto i ritardi di una regione turisticamente carente.
Di Angelo Primiani, portavoce M5S in Consiglio regionale del Molise
Parlo senza volontà polemiche perché del Piano apprezzo certamente il metodo scientifico utilizzato per la prima volta nella stesura di un documento nel settore turistico. Allo stesso tempo, però, non posso non sottolineare una carenza di fondo. Il Piano è basato su dati carenti. Faccio un solo esempio: l’analisi di contesto su cui si regge l’intero documento è fondata sui dati dell’Istat che raccoglie soltanto i numeri forniti dagli alberghi, nonostante il Piano stesso ci dica che questi sono solo il 20% delle strutture ricettive esistenti in Molise.
Il Piano, inoltre, è carente di riferimenti ad una programmazione operativa e non contiene elementi di raccordo ed integrazione tra le politiche di programmazione del Governo regionale in altri settori come infrastrutture, trasporti, politiche culturali, politiche di marketing territoriale. Ad esempio non fa accenno al Piano della mobilità, non al Piano dello Sport o a quello dei Trasporti né alcun riferimento al catalogo della formazione professionale approvato qualche giorno fa.
Inoltre dal punto di vista sociale manca la previsione del Molise come destinazione turisticamente accessibile ai disabili. Saremmo potuti essere i primi a puntare su questo settore e rendere il Molise un’eccellenza in Italia.
Questa sorta di miopia è un male, perché fin quando la Regione Molise non concepirà il turismo come centro e approdo di direttrici settoriali differenti, non potrà fare una programmazione efficace.
Soprattutto in un comparto ingessato da ben 33 norme regionali. Ecco perché sarebbe fondamentale dotare il settore di una governance snella, magari puntando sulla creazione di un’Agenzia regionale di Sviluppo turistico che riesca a declinare i buoni propositi in azioni per il territorio in modo più veloce ed efficace.
Infine il Piano manca di una stima puntuale delle risorse e anche per questo abbiamo presentato un ordine del giorno chiedendo la stesura, senza aggravio di costi, di un Piano operativo contenente la ricognizione puntuale delle risorse potenzialmente impiegabili ad oggi nel settore.
In chiusura il Piano è stato approvato con una netta spaccatura dell’Aula e il nostro odg collegato non è stato iscritto per assenza dei due terzi dei voti, nonostante 11 consiglieri favorevoli e 8 contrari.