Il M5S Molise si fa portavoce unico in Consiglio regionale di una esigenza di chiarezza da parte della cittadinanza, di fronte ad una carenza di trasparenza e di informazioni inspiegabile e ambigua, sul piano di realizzazione di un progetto di insediamento zootecnico della Granarolo spa in basso Molise. Un presumibile impianto di cemento dove insediare 12mila manze da latte da costruire con un finanziamento proveniente da fondi europei.
Le tante esternazioni del PD nell’ultima campagna elettorale, nazionale e locale, sull’intento di avvicinare le istituzioni ai cittadini, coinvolgendoli, insieme alle associazioni di categoria, nelle decisioni di interesse pubblico, potevano diventare realtà con la possibilità di condividere questo grande progetto di sviluppo per il territorio molisano, a detta di Ruta e i suoi compari, sventolato in gran cassa su tutti i media locali. Ma di reciproco scambio di informazioni e dettagli sul progetto neanche l’ombra.
Il MoVimento 5 Stelle sostiene modelli di sviluppo lontani da quello che apparentemente ci vogliono ‘propinare’, ma prima di entrare nel merito vorremmo, noi insieme ai tanti cittadini che ne stanno facendo richiesta, sapere con esattezza di cosa si sta parlando. Bisognerebbe conoscere prima gli studi di fattibilità tecnica sociale ed economica e poi parlare di vantaggi e svantaggi, questo vale per i cittadini ma anche per chi si propone come promotore di un grande progetto come questo.
Siamo certi che i promotori molisani della megastalla siano perfettamente coscienti delle implicazioni conseguenti alla installazione di uno stabilimento del genere, unico in Italia e forse in Europa? Confessiamo una certa paura dopo aver appreso che il “senatore”, visto il progetto, ci dice che l’impianto è ad “impatto ambientale zero”. Tali sistemi di allevamento intensivo sono invece fonte di preoccupazione per la comunità sia per il loro impatto ambientale, come il potenziale inquinamento delle falde acquifere e l’emissione di Metano biologico il quale ha un effetto climalterante pari a circa 25 volte quello della CO2, sia in quanto potenziali incubatori di malattie. Inoltre sono causa di degrado del suolo e delle risorse idriche, infatti, visto che una manza necessita mediamente di oltre 100lt d’acqua al giorno, un allevamento di questa portata richiede fino a 1.500.000 lt d’acqua al giorno in estate, quando il basso Molise è in deficit idrico e moltissime abitazioni restano senza acqua.
Allora perché la Granarolo vuole il Molise? Quali sono le ricadute che un impianto del genere può avere anche sulle piccole aziende zootecniche molisane che attualmente conferiscono a Granarolo? Trenta dipendenti molisani sono un beneficio occupazionale eccezionale da sbandierare in pubblico? Qual è il reale impatto ambientale di un impianto del genere? Un impianto di allevamento che si rispetti deve avere un impianto di trattamento reflui e captazione del metano? Un piano organico e condiviso di gestione delle deiezioni attraverso procedure corrette di compostaggio non potrebbe andare a vantaggio degli altri produttori agricoli che si trovano in basso Molise e che utilizzerebbero il letame al posto dei concimi chimici? A queste e ad altre domande è necessario dare risposte. Questo per dire che un progetto di questa portata va illustrato, definito ed eventualmente rimodulato nei minimi dettagli prima di tutto, se si vuole agire con un minimo di senso del bene comune.
Da una nostra ricostruzione sommaria attraverso articoli di giornali sappiamo che le manze arriverebbero in Molise post svezzamento (3 mesi) e vi resterebbero fino a poco prima del primo parto, quindi permarrebbero in Molise per circa 22 mesi, per poi tornare alle loro stalle di origine in Padania. Pare che la Granarolo e gli allevatori consorziati oltre alle vacche, si riprenderebbero anche le deiezioni (camion di letame che van su e giù per l’Adriatica?!?) e in più potrebbe essere disposta ad approvvigionarsi di fieno e scarti di barbabietole dalle aziende molisane (per la quota che esse riescono a conferire, il surplus lo prendono fuori) e forse quindi entrare nella filiera avicola. Troppi forse e troppi condizionali, a questo punto i terreni molisani potrebbero fungere anche da merce di scambio per un sostentamento indiretto della Granarolo alla foraggicoltura e alla filiera avicola molisana. Non ne siamo certi, finché non ci risponderanno alla interrogazione presentata oggi, alla quale la Giunta, se ritiene necessario, potrebbe dare risposta ufficiale direttamente alla prossima seduta consiliare, cioè prima che dalla “trattativa Granarolo-PD” non venga fuori il risultato.
20 commenti
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Mi permetto solo di dire soltanto una cosa. Chi si oppone all’insediamento di un impianto come quello della Granarolo in Molise è solo un idiota!!!
La domanda che io mi porrei è: Ma alla granarolo come è venuto in mente di venire ad installare un impianto in una terra desolante e desolata come il molise??? Dove il capoluogo di regione non ha neanche un’ autostrada!!! Ma queste considerazioni me le terrei strettamente per me, visto mai che la granarolo dovesse ripensarci ed andare altrove (e a mio avviso farebbe un affarone…).
L’ultima considerazione sulla quale vi lascio, da emigrato della regione Molise, è che il molise non sta morendo di inquinamento ma di mancanza di prospettive…E vi assicuro che, nonostante la crisi, al nord c’è un gran fermento economico che noi, purtroppo in molise, possiamo solo sognarcelo…Almeno fino a quando continueremo a mettere i bastoni tra le ruote alla Granarolo…Saluti.
Secondo me noi molisani sembriamo quegli indiani che trovò cristoforo colombo quando arrivò in america, cambiavano l’oro con gli specchietti.
I nuovi conquistadores in questo caso sono rappresentati dalla granarolo,che in cambio di qualche spalatore da lottizzare in loco svendiaqmo il nostro territorio.
Lo sapete che nel consorzio del parmigiano reggiano non sono ammesse centrali a biogas in quando gli inquinanti compromettono la qualità dei pascoli e quindi dei foraggi.Ed allora venite in Molise dove c’è solo “desolazione”,secondo il commento del giovane,…… ERRORE
Il nostro territorio per le sue specificità è,una vera miniera di ricchezze e potenzialità di sviluppo agricolo sostenibile e di qualità alimentare,con produzione di reddito adeguato al fabbisogno dei lavoratori, senza necessità di emigrazione per i giovani, il nostro territorio può rappresentere e proporre un turismo legato alla enogastronomia con le tipicità delle nostre aziende agricole. La potenzialità di un territorio ancora incontaminato, dove l’ecosistema, rimasto intatto nei tempi è , e deve rappresentare la nostra forza, da difendere a spada tratta.
Dobbiamo vigilare affinchè le mafie dei rifiuti stiano alla larga dal suolo molisano,e dobbiamo vigilare affinchè pseudo progetti di sviluppo agricolo dei vari granarolo e soci, vengano fermati in tempo.Purtroppo è vero che non stiamo utilizzando al meglio il nostro territorio, per una mancanza di coordinazione tra le varie figure preposte allo sviluppo della regione; politica, scuola, massmedia, arsiam, asrem, associazioni di categoria, etc..
solo se usciamo dai piccoli interessi di parte possiamo rilanciare la nostra economia regionale, dove l’agricoltura di qualità può farla da padrona.
A riguardo propongo la costituzione di un consorzio del pecorino molisano, nell’area dove si prevede la costruzione dell’ecomostro della solagrital
Marineli Nicola
Zoonomo,
P.H.D alimentazione, e tecnologie degli allevamenti animali
Mi risulta che giorgio Squinzi (Pres. Confindustria) nella sua ultima relazione abbia detto (cito testualmente): “Il nord Italia è sull’orlo del baratro economico”.Tu che, a quanto pare, hai un punto di vista alternativo delle cose, il che è fondamentale in un ottica di confronto, perchè non ci esponi quali vantaggi vedi, per la nostra desolata regione, nella realizzazione del progetto Gran Manze in basso Molise?
La domanda fondamentale, a mio avviso, è la seguente:
Perché la politica, o un politico, entra in gioco per l’apertura di un sito produttivo specifico?
La politica e i politici dovrebbero lavorare per programmare e legiferare in senso “generale” e il mondo produttivo dovrebbe muoversi in tale ambito.
In particolare, ci si chiede se sia conveniente o meno aprire una struttura di allevamento per 12 mila manze, se ci sarà o meno una ricaduta occupazionale, se si produrrà inquinamento o meno e così via.
La cosa è più semplice. La legge prevede che si possa aprire un sito produttivo di tali dimensioni?
Se la risposta è affermativa, la Granarolo trovi la struttura e la apra.
In caso contrario è inutile discuterne.
Nel nostro paese è’ questo modo di fare politica che bisogna scardinare.
condivido la valutazione riguardo al ruolo della politica e del mondo
produttivo, per quanto riguarda la legislazione che regola gli insediamenti zootecnici, sostanzialmente sono richiesti 1 ettaro di terreno/capo adulto,(UBA),secondo direttive comunitarie, per poter ottenere le necessarie autorizzazioni di base, ma il progetto granarolo prevede di realizzare un impianto cosidetto “senza terra” con il ritiro e trasporto dei reflui zootecnici, almeno così dicono. Per aggirare i regolamenti , in quanto con un allevamento tale bisognerebbe avere a disposizione circa OTTO MILA ettari di terreno , per lo smaltimento dei liquami. il Molise non ha una legislazione che regoli in termini di impatto ambientale un tale progetto granarolo, per questo credo che hanno individuato in questa regione un potenziale sito per l’ecomostro, ovviamente con la complicità del governo regionale.
La legge non lo prevederebbe in quanto per una tale struttura ci vogliono circa OTTO MILA ETTARI per smaltire i liquami, per questo cercano di aggirare, con il trasporto delle deiezioni, purtroppo non esistono regolamenti sull’impatto ambientale che questo ecomostro della granarolo ha sul territorio
Il “senatore” ci risponde indirettamente in una conferenza stampa dicendo che i numeri riportati nell’interrogazione con la quale abbiamo chiesto chiarimenti sul progetto «non sono giusti, si riferiscono non alle manze, ma alle mucche, in età più avanzata, e poi per quanto riguarda l’acqua, ne abbiamo a volontà qui in Molise e tantissima viene buttata in mare».
Lascio a voi le dovute considerazioni. http://www.primonumero.it/attualita/primopiano/articolo.php?id=14040
Sì, ma quando si parla della crisi del nord Italiasi parla di crisi di una terra che ha un pil pari a quello della germania. Sempre crisi è, per l’amor di dio, ma avercene di crisi così in molise dove da 40 stiamo dietro a tre aziende cotte e decotte come l’arena, lTTIERRE e lo zuccherificio. Qui ce ne sono tante che chiudono ma al contempo altre aprono e se è vero che il saldo è negativo è comunque vero che se rimani disoccupato qui hai tante possibilità per giocartela ancora di nuovo, cosa che in molise non esiste (Se hai un posto di lavoro lo devi difendere coi denti perchè o hai quello o niente). E Cmq le chiacchiere stanno a zero: se i bei paesetti molisani da 60 anni a questa parte hanno iniziato a spopolarsi vuol dire che non offrono delle condizioni socio economiche tanto favorevoli alla realizzazione economica e sociale di una persona…Altrimenti avremmo i milanesi che emigrerebbero verso il molise. Ma così non è…
Nicola, di grazia, la storia delle enormi potenzialità è la solita tiritera di chi non ha nulla e cerca di giustificarsi dicendo che se volesse potrebbe evere tutto. Dal mio punto di vista quello che ci vorrebbe in Molise, visto che di zone deserte ce ne sono tante è di avere 4-5 siti produttivi importanti con influenza politica ZERO!!! Nel senso che chi fa impresa se la deve cavare da solo e deve poter scegliere da solo cosa fare senza influenza della politica e senza doversi piegare alle richieste di questo o quel politico. Non so se è un caso ma io sono stato chiamato a lavorare nelle più grandi aziende alimentari del nord Italia ma non ho mai avuto l’onore di lavorare un giorno alla tanto amata ARENA Holding, dove se non hai il benestare di qualche politico non ci entri neanche se sei il miglior manager del mondo!
Come ho sottolineato più volte, discutere di sviluppo agricolo sostenibile significa organizzare le attività agricole e zootecniche in modo razionale, per dare un indirizzo produttivo ed uno sviluppo pieno al territorio.
Se fino ad oggi tutto ciò non è stato fatto , lo si è dovuto all’indirizzo industriale, dove le politiche regionali e nazionali hanno indirizzato lo sviluppo, penalizzando il mondo agricolo sotto tutti i profili (culturale, economico, sociale)
Ora la canzone cambia, la globalizzazione dei mercati e la moneta unica europea mettono in crisi tutto il sistema industriale, ed anche quel poco di agricoltura rimasta.
Rendiamoci conto che parlare di agricoltura significa parlare di alimentazione, di vita, quindi di qualità dei prodotti, che possono nascere solo da ambienti salubri , incontaminati. Questa qualità è sinonimo di piccole aziende con alto valore aggiunto in termini di lavoro e di professionalità, che possono creare reddito e sviluppo sostenibile, ovviamente tutto ciò non è facile da realizzare, è più facile per la politica,delegare alla granarolo un mega progetto, mentre organizzare tutte le figure del mondo economico e sociale richiede impegno abnegazione, energie, volontà e soprattutto adeguate competenze tecniche, che da sempre mancano ai nostri amministratori,
anche se, è pur vero che ognuno ha gli amministratori che si merita
salutoni
Caro Jack, purtroppo il Molise è una terra che non si è mai sviluppata e pertanto non ha la minima idea di cosa voglia dire fare impresa. L’idea di azienda che ha il molisano medio (purtroppo compreso il M5S, a quanto pare…) è che appena arriva qualcuno che ha la folle idea di impiantare un’attività economica in molise subito deve arrivare il signorotto (asessore o politicante di turno) a chiedere la sua parte (posti di lavoro per gli amici degli amici, consulenze fatte da persone segnalate etc.). La normalità dovrebbe essere quella che dici: vuoi stare qua, stai qua, tene vuoi andare, vattene. Zero finanziamenti pubblici sennò diventi ricattabile e zero richieste di favori dai politici perchè tanto l’azienda va avanti da sola.
Il problema è che per noi molisani pensare a degli impianti produttivi come ce ne sono migliaia nelle regioni del nord è come pensare a degli extra terrestri: roba mai vista e dove subito pensiamo di andare a fare i furbi e a ficcarci dentro il naso…Purtroppo qua non solo la terra ma anche la mentalità è da medioevo…
purtroppo, come sempre , la verita’ e che si vuole la botte piena e la moglie ubriaca
saluti Alessandro santoro
Ma la cosa che mi chiedo io è: se facciamo tutte queste storie per un impianto (e dico uno!!!) come faremo noi in questa regione a sviluppare una politica industriale degna di questo nome??? Cosa credete che gli impianti industriali siano come la fattoria del Mulino Bianco, con la ruota che gira spinta dal ruscelletto??? Guardate che qualunque attività industriale ha comunque un impatto ambientale (pesante ma necessario) che va semplicemente gestito (come succede in tutte le parti del mondo, tranne il molise). E dire che qui si sta parlando di un’attività comunque legata al mondo agricolo (si tratta di un allevamento in fin dei conti…): mi chiedo cosa direte quando si tratterà di un’industria pesante tipo industria chimica, metallurgica metalmeccanica etc!!! Però poi le macchine, i cellulari, le case!!! ce le avete tutti e nessuno ci vuole rinunciare…Ditemi voi: ma tutte queste belle cose come pensate che si costruiscono??? Dentro la fabbrica del mulino bianco??? Si accettano proposte alternative!!!
mi sa che qui si parla ma non ci si capisce, la cosiddetta industria pesante ha fatto il suo corso, è mandata in soffitta, già con il fordismo si ponevano questioni di impatto sul territorio che sono stati risolti con gli indotti alle grosse fabbriche , anche per una questione di razionalizzazione della produzione.
Il modello emiliano fa scuola, dove sono presenti sul territorio , o meglio erano presenti, nei bei tempi, qualcosa come una azienda ogni 10 persone, ovviamente su territori intesi come provincie , come quella di parma, reggio emilia, piacenza, etc. Da lì poi nascono i comprensori per la produzione del parmigiano, del prosciutto, per quanto riguarda l’alimentare, oppure le aree di produzione delle ceramiche,( sassuolo, etc..) con tante medio aziende distribuite in modo razionale.
Quindi, cosa ciazzecca il progetto della granarolo con lo sviluppo del Molise???
Ovviamente un progetto come quello delle 12000 manze in un unico sito, credo che lo potranno realizzare solo nelle regioni del desolato sud
Non si può far passare come sviluppo di un territorio, un progetto che come unico scopo ha quello di dare redditi ad imprese con posizione di monopolio sul mercato, con relativi grossi rischi per il sistema complessivo.
La logica dei sostenitori della granarolo mi ricorda quello dei fazenderos che distruggono la foresta amazzonica per fare soldi, ma ricordate, che un battito d’ali di una farfalla in Cina , genera un uragano in California, non giochiamo con il sistema ambiente.
Lo sviluppo del molise deve seguire la strada dell’agricoltura dei prodotti di qualità, come già detto
Nicola, chiudo questo scambio di opinioni riassumendo un po’ il mio punto di vista senza spero offendere nessuno per un parere discordante, sempre da sostenitore del M5S ma con uno sguardo critico. Tu dici che l’industria pesante è mandata in soffitta ma ti faccio presente che la sola fiat in italia dà lavoro a decine di migliaia di famiglie. Se consideri tutta l’industria pesante compreso il cemento, la siderurgia etc staremo parlando forse di 3-4 milioni di posti di lavoro Tu puoi anche dire NO alla fiat e all’industria ma prima (ed è qui che critico il M5S) devi creare un’occupazione per ciascuno dei 3-4- milioni di impiegati e operai dell’azienda che chiudi. Non bastano gli annunci del tipo “bisogna rilanciare l’agricoltura” perchè un disoccupato che lasci a casa vuole sapere a fine mese (di questo mese!!! non dei prossimi!!!) da chi andrà a prendere lo stipendio!!! La mia idea è che PRIMA devi creare le imprese che piacciono a te (quelle piccole e medie, a impatto zero etc.) poi devi cominciare a dare lavoro a chi il lavoro NON CE L’HA e solo quando avrai azzerato la disoccupazione (azzerato vuol dire ZERO DISOCCUPATI) potrai cominciare a scegliere quale azienda far nascere e quale far chiudere!!! Che non è altro che quello che hanno fatto i paesi scandinavi, i più vicini alla situazione descritta: loro prima hanno raggiunto livelli di piena ocupazione con aziende normali (la VOLVO è svedese!!!) e poi hanno cominciato a fare selezione e ad orientare gli investimenti sul rinnovabile. Ma noi non possiamo pensare di bypassare quella che è la fase di industrializzazione “generale”, con la fame che abbiamo in Italia!!! Quando in Italia non ci sarà più neache un disoccupato e le aziende continueranno a chiedere manodopera allora potremo pensare di chiudere la fiat. Ma per adesso a noi ancora serve la FIAT!!! E anche la granarolo…
Io ho avuto modo di studiare un modello economico che cercava di spiegare come era correlato l’inquinamento con il reddito medio e lo sviluppo dei popoli. Bene questo modello metteva in evidenza come i popoli meno sviluppati (Tipo africa per capirci) sono quelli che inquinano meno poi si ha un inquinamento via via crescente man mano che aumenta il reddito (quello che è successo in america ed europa per capirci) e A PARTIRE DALLE FASCE PIU’ ALTE DI REDDITO tipo svezia e danimarca il livello di inquinamento procapite cominciava a diminuire. Quindi secondo me la cosa che dobbiamo fare è di cercare di far raggiungere il livello max di inquinamento alla maggiorparte della popolazione mondiale (significa redditi più alti) per poi cominciare a ridurre tutti insieme senza dover per questo rinunciare a svilupparsi.
Questa è la critica che la cina fa a noi: noi che per svilupparci in 3 secoli abbiamo usato carbone e petrolio riducendo in condizioni pietose l’ecosistema adesso vogliamo che la cina non inquini con le sue industrie??? E noi cosa abbiamo fatto fino a 30 anni fà??? Adesso loro per svilupparsi in modo esponenziale, come faceva l’italia degli anni 50-60 ha bisogno di energia a basso costo e senza fare troppi complimenti per inquinamento e cazzzate varie…In pratica loro adesso devono produrre e basta, senza rotture di coglioni (come facevamo noi nel dopoguerra, Eternit insegna). Una volta raggiunto il pieno sviluppo economico la cina passerà ad occuparsi di tematiche ambientali riducendo le emissioi delle sue industrie!!!
E’ sostanzialmente un problema culturale, non è sostenibile dare un’auto ad ogni abitante della terra per creare occupazione con l’industria dell’auto, mi sembra improponibile, sia per il problema ambiente che per un limite di risorse necessarie a questo tipo di logica industriale.
Quindi che fare????
Educare l’individuo a prendere coscienza sui propri bisogni reali e non a quelli indotti dal sistema massmediale della pubblicità, ritornando al problema lavoro, il discorso è al tempo stesso semplice e complesso, le nuove tecnologie già permettono di ridurre il proprio impegno procapite da dedicare al lavoro, è solo un problema di organizzazione , cioè, lavorare meno per lavorare tutti, solo con questo sistema si azzererebbe la disoccupazione, come per dire il lavoro fatto per l’uomo e non l’uomo per il lavoro .
Ritornando all’agricoltura di qualità, che non è un proclama, sono già in atto modelli aziendali operativi tra cui la mia azienda, che quotidianamente producono beni di alto valore alimentare con alto ritorno in occupazione e reddito.
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Ho letto che il M5s ha modelli alternativi di sviluppo per questa regione quali sono, e nello specifico avete voi un progetto alternativo ? sé si quale.
Sono stanco di leggere articoli che criticano ,il più delle volte senza avere neanche le competenze per farlo, il progetto gran manze senza dare un’alternativa concreta che non sia la solita retorica sul paesaggio, il prodotto tipico, modelli alternativi di sviluppo agricolo e zootecnico ecc..
A me sembra che gran manze, è l’unico progetto serio e concreto che ha interessato la zootecnia molisana da quando esiste la regione Molise, per noi può essere una grande opportunità per dare un po’ di ossigeno al settore agro-zootecnico agonizzante da più di 20 anni, e in una prospettiva futura anche per un suo rilancio , provate a ragionare sopra.