I governatori di centrodestra reclamano una maggiore autonomia, ma ogni volta che sono chiamati ad agire si registrano degli intoppi. In Molise, nel bel mezzo della campagna antinfluenzale, e con l’aggravante della pandemia, siamo già a corto di vaccini contro l’influenza. Mancherebbero all’appello circa 60.000 dosi.
Di Angelo Primiani, portavoce M5S nel Consiglio regionale del Molise
È ormai noto come la Conferenza Stato-Regioni, a maggioranza centrodestra, sia spesso contraria alle decisioni assunte dal Governo nazionale, soprattutto sulle misure sanitarie ed economiche anti Covid. La maggior parte delle volte si tratta di contrapposizioni strumentali, che hanno il solo obiettivo di attaccare politicamente le decisioni assunte dal Governo.
I governatori di centrodestra vogliono più autonomia, ma dimenticano di dare risposte ai cittadini
Le Regioni rivendicano il proprio ruolo costituzionale e chiedono ampia autonomia decisionale per quanto attiene i propri territori. Poi però accade che dove possono e devono agire in autonomia, come per la consegna dei vaccini, ci siano intoppi. È il caso del Molise e della campagna vaccinale antinfluenzale.
Come vi ho già raccontato nelle scorse settimane, la Regione Molise ha provveduto ad acquistare un primo e risicato lotto di vaccini, circa 64.000, in collaborazione con la Regione Abruzzo. Non è riuscita però a reperire la parte restante, parliamo di circa 60.000 dosi.
Toma ringrazia i governatori ‘amici’, ma i molisani restano senza vaccini
La Regione si è affidata quindi ad un fantomatico accordo con altri enti regionali raggiunto proprio in Conferenza Stato-Regioni. Secondo questo accordo, più volte sbandierato dal presidente Toma, le Regioni più grandi (tra tutte Lombardia, Piemonte e Campania) avrebbero fornito le dosi mancanti al Molise in modo da permettere la copertura dell’intero fabbisogno.
Siamo a dicembre, nel bel mezzo della campagna vaccinale. Il Molise ha esaurito il primo lotto di 64.000 dosi e non vi è traccia dei vaccini che dovevano arrivare dalle altre regioni. Ora Toma ha annunciato l’arrivo di 9.000 dosi, ma già qualche settimana fa ringraziava i colleghi presidenti per il sostegno in Conferenza, un sostegno che, però, di fatto ancora non arriva e che, a questo punto, chissà se mai arriverà.
Strumentalizzazioni su più fronti, risposte zero
Medici e pediatri sono in enorme difficoltà. Non sanno più come comportarsi. Toma intanto sembra più appassionato alle scaramucce politiche anziché a garantire le giuste dosi di vaccino ai cittadini che ne hanno bisogno.
Faccio un esempio: il presidente di Regione contesta il Governo sulla chiusura degli impianti sciistici dimenticando che in Molise, una stazione come quella di Campitello Matese, rimarrà chiusa a causa della sua mala gestio e non solo per il Covid.
Nel frattempo però una regione con il tasso di anzianità del Molise resta senza vaccini, a dicembre e nel bel mezzo di una pandemia.
Quanto sta accadendo dimostra come la Conferenza Stato-Regioni sia spesso utilizzata dai presidenti di centrodestra unicamente come pretesto di strumentalizzazione della politica nazionale e non come luogo per risolvere i problemi dei cittadini.